Un tempo ignorati, o meglio, noti soprattutto in ambito militare, ora visibilissimi grazie al satellite, sono un territorio piuttosto vasto, aspro, peculiare, ora protetto da norme europee (SIC e ZPS) per la salvaguardia di specie floristiche e faunistiche.
Al visitatore poco attento offrono solo l'idea di steppa, arsura, povertà.
Al visitatore curioso e capace di inoltrarvisi, con scarpe comode ed un buon berretto, consigliamo di seguire le indicazioni presenti nell'offerta didattica in momenti diversi dell'anno: la primavera è senz'altro il momento in cui il magredo offre il meglio di sè, a partire dagli inizi di marzo con la fioritura delle eriche, proseguendo poi a fine aprile con la daphne, i citisi, la crambe, a maggio con le orchidee ed il lino delle fate, a giugno con le centauree, solo per citare le specie più 'famose'. Poi l'aridità del suolo e la consueta scarsità delle pioggie estive lo rende effettivamente spoglio. Ripaga il visitatore a fine agosto e fino all'autunno, con il blu della calcatreppola.
Consigliamo, prima di raggiungere i magredi, di consultare on - line l'albo pretorio del Comune di Vivaro che pubblica i calendari delle manovre militari in cui sono indicati i giorni di interdizione ai civili del territorio.
Ricordiamo infatti che i magredi di Vivaro, un tempo proprietà dei suoi abitanti, dagli anni cinquanta, a seguito di esproprio, sono divenuti territorio militare.