L’incontro inaspettato con Livio Bruni

Il mio Livio Bruni

Primi tentativi di ritratto

Un giorno, a inizio autunno, siamo andati a fare una camminata per vedere come sono i magredi in questa stagione. Parcheggiate subito prima dell’ingresso c’erano tre biciclette. Appena oltrepassato il ponticello mezzo distrutto, in legno, abbiamo visto una distesa di erba secca e, qualche fiore bello vivo, anche se fuori stagione. Abbiamo iniziato a percorrere il sentiero che porta ‘ta la blancja’, il greto del Cellina e, dopo pochi passi abbiamo incontrato due signori e una signora: secondo noi erano i proprietari delle tre bici. Avevano bisogno di aiuto per trovare ‘la blancja’ il luogo dove il più anziano dei tre è atterrato da paracadutista nel 1963. Ci hanno detto che vivono a Firenze, che uno di loro, Livio Bruni, ha 82 anni e da giovane faceva il maestro, gli altri due erano suoi ex alunni.

 

Livio ci ha detto che quando è atterrato sorvolava la distesa di erba e sassi. L’atterraggio però non è stato effettuato normalmente a causa del forte vento. Si è ritrovato disteso sull’erba, molti suoi compagni invece, sui sassi della blancja. Ci ha detto anche che quella volta l’erba era più soffice, però il vento li trascinava,  gonfiando il paracadute, lui piano piano tirava le corde del paracadute per non arrivare nella blancja, per un pelo ce la fece e cercò anche di aiutare qualche suo compagno, ma non ci riuscì.

Quando, a piedi, i meno feriti gravemente tornarono in paese, tutti graffiati, acciaccati, … le donne che incontravano piangevano dicendo: “Poares, poares”, poverini, poverini. Piangevano perchè si ricordavano di figli o mariti, che non erano più tornati dalla seconda guerra mondiale.

La maestra ha registrato tutto in modo che noi potessimo ricordarci quello che ci stava raccontando. Per molti di noi il racconto è stato molto triste. 

 

Livio e i suoi alunni erano però molto vivaci, l’incontro con loro è stato simpatico. Abbiamo fatto merenda insieme, scattato delle foto e poi ci siamo incamminati con lui  e gli abbiamo mostrato i ‘gioielli dei magredi’, materiale bellico residuo di manovre, alcuni fiori; poi lo abbiamo lasciato continuare nella direzione indicata, noi eravamo già in ritardo per rientrare a scuola. Che corsa abbiamo fatto! Eravamo sfiniti!

 

Classe quarta 2022 / 23

 

Carro armato impazzito!

Galline in fuga

E' accaduto la settimana scorsa: i militari, durante le manovre, hanno sbagliato mira e quindi hanno sparato in un pollaio  a Vivaro;  ma non lo hanno fatto apposta, si sono confusi. Adesso su internet li stanno prendendo in giro: non è giusto perchè ora si sentono molto male, a disagio.

Tutti ridevano e sui telefoni e sui pc arrivavano foto trasformate in prese in giro: non si rendevano conto che facevano star male i militari. Ma chi è che si sta prendendo gioco dei militari? Chi ha iniziato? Noi non abbiamo riso quando abbiamo visto le foto delle galline morte. Non c’è niente da ridere: è una cosa seria, potevano colpire anche l’intero paese. Sono morte le galline, potevano morire dei bambini. Se il carro armato mirava una casa, facevano del male a delle persone. Tutti possono sbagliare, certo questo è un errore grave. Ma è anche  molto grave prendere in giro.

Non si ride degli sbagli perchè possono avere conseguenze gravi, le persone si sentono prese in giro, ci stanno male. Non c'è niente da ridere quando qualcuno sbaglia, potrebbe essere pericoloso.

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