Gli obiettivi e le motivazioni che hanno spinto verso questa avventura, sono stati così sintetizzati dai bambini:
Per noi insegnanti, ciò ha posto il problema della disponibilità nel tempo a
condurre tali esperienze, una volta predisposti i materiali, ovvero in quali termini la scuola poteva rendersi disponibile per questa esperienza di educazione permanente?
Il lavoro di avvio della cellula ecomuseale si è sviluppato e si svilupperà anche nei prossimi anni scolastici per le forti motivazioni esplicitate dalle insegnanti che non si discostano molto da
quanto esposto dai bambini:
Il progetto è stato però e soprattutto un’occasione dal punto di vista formativo: non è sempre sufficiente acquisire conoscenze o sviluppare abilità per conoscere, devo anche entrare in empatia
con l’oggetto della mia conoscenza; lavorare nel/sul/per il territorio è proprio anche questo perché significa mettere radici, apprezzare, difendere, condividere vale per noi indigeni del
magredo, vale ancor di più per chi non vive nel nostro
territorio, poiché…
il magredo
o lo si ‘sente’ o non lo si ‘vede’…
lo sappiamo perché ci è già accaduto in precedenti nostre esperienze, sempre legate ai progetti di insegnamento della lingua friulana, ma ad argomento storico/antropologico.
Il magredo infatti è un territorio a prima vista piuttosto desolato, viene denominato anche la ‘steppa friulana’, perché di questo si tratta; si compone di vaste zone pianeggianti ricoperte da
prato incolto o da sassaie più o meno interrotte da specie vegetali che tappezzandole in parte ne conferiscono l’aspetto definito a macchia di leopardo. La vegetazione dei magredi e le specie
animali che vi vivono sono talvolta uniche e rare, tanto da far meritare al territorio la recente trasformazione in SIC ovvero di Sito di Importanza Comunitaria. La formazione e la conformazione
del magredo si devono all’azione dei tre torrenti, Meduna, Cellina e Colvera che circondano il Comune di Vivaro e confluiscono proprio appena al di sotto di esso.