Giovedì tredici dicembre i bambini della scuola primaria di Vivaro aspettavano al mulino i bambini della scuola primaria di Porcia. Gli animatori erano alcuni bambini di quarta, che facevano una piccola scena con la quale ricostruivano le cose che si facevano al mulino. I personaggi erano: la Miuta, ovvero l ‘ultima mugnaia, Jacu un paesano, Bruno un’ altro paesano, i ragazzacci, ragazzi che utilizzavano la vasca di raccolta come piscina.
La recita era divisa in due parti una dentro al mulino e l’altra ai bordi della vasca. Quando i bambini di quarta hanno fatto la recita in friulano, gli alunni di Porcia rimasero a bocca aperta: non capivano una parola e non sapevano nemmeno che lingua fosse. Così, come previsto, la recita è stata rifatta in italiano.Finita la recita, alcuni alunni di quarta hanno spiegato come funzionava il mulino. Contemporaneamente gli alunni liberi, cioè quelli che non recitavano, preparavano i laboratori.
C’erano tanti tipi di macine: moderne, primitive e romane. C’era il modellino del mulino in legno e le sgranatrici ecc. Per finire gli alunni di quarta hanno cantato una canzone intitolata Canta il mulino.
I gruppi di alunni in visita erano due: mentre uno effettuava la visita al mulino, l’altro, a scuola, ha fatto delle farine con diversi attrezzi e con diversi materiali utilizzando ad esempio il mortaio, carta vetrata ecc.
Ciascun bambino, affiancato da un bambino-tutor e aiutato da una scheda guida, si è messo in una postazione iniziando a grattare, grattugiare, martellare, schiacciare; potevano far farina di svariati tipi: di carta, sasso, ferro, legno, alluminio, ecc…..
Alcuni hanno utilizzato il mortaio, solo una bambina utilizzava la raspa; ai bambini che si sono messi a
grattare con la carta vetrata, piaceva, dall'espressione!
La bambina che è andata a raspare, ha fatto buona farina di ferro e di legno.
Al batticarne si sono divertiti, alla grattugia è stata fatta molta farina di pane; hanno provato ad usarla con dei semi, ma non sono riusciti a far farina.
Al mattarello c'erano chicchi di caffè che saltavano da tutte le parti.
Con la macina dei sassi hanno lavorato tre, quattro bambini.
Dopo circa un’ora i due gruppi hanno fatto cambio: chi era al mulino è andato a scuola e viceversa.
È stato difficile per entrambi i gruppi capire la lingua utilizzata nella recita, ma si sono divertiti nei laboratori, in tutti.
Il 24 e il 25 novembre, noi bambini e bambine ci siamo ritrovati ancora insieme per capire come si lavorava il maiale tanto tempo fa e per fare dei lavoretti in carta che servivano e serviranno per la processione della Madonna di Lourdes a Basaldella (probabilmente si terrà il 10 febbraio 2013). La festa era aperta a tutti e numerosi sono stati i partecipanti, così come i volontari che hanno prestato la loro opera e , soprattutto messo a disposizione la loro esperienza.
Ci siamo ritrovati il 24 nel cortile di Guido a Basaldella, “il purcit” era già dentro, disteso sulla scala come vuole il detto che dà il titolo alla manifestazione. Noi bambini abbiamo aiutato a togliere le setole con il “rassin”, poi ci hanno mostrato gli organi interni del maiale, chi voleva poteva anche toccare. Infine abbiamo bevuto un tè caldo e mangiato li “patatis inta li boris”.
Il giorno dopo ci siamo ritrovati invece in piazza a Basaldella, sotto il tendone e nella sala parrocchiale: in sala si lavorava la carne del maiale per fare gli insaccati, ma c’era anche la cucina dei bambini per aiutare a preparare l’occorrente per i norcini e merenda e per il pranzo di tutti. C’è chi ha tagliato cipolla per ore!!! Altri hanno sbattuto ‘la pegna’ per trasformare la panna in burro e mangiarlo sulle fette biscottate con lo zucchero. Gustosissimo era anche il pane con la pancetta.
C’erano poi alcune signore del paese che ci insegnavano a fare coccarde, fiori, lumini (boçs) di carta per illuminare la processione prossima della Madonna, infine si poteva lavorare anche nel laboratorio dei “Marangons” per preparare le sagome in legno del presepio che esporremo in comune. Anche quest’anno c’era la possibilità di visitare la “Favria di Micjeil” gentilmente messa a disposizione dal proprietario e, grazie alla generosità di una mamma, ci siamo divertiti un mondo con la lettura animata da Roberto Pagura.
Per noi è stata una bella festa, per il maiale …!
Ringraziamo la proloco, l’amministrazione comunale, l’istituto comprensivo di Maniago e l’associazione Lis Aganis, per il sostegno fattivo a tutte queste manifestazioni.
I bambini della scuola primaria di Vivaro e le loro maestre.
Partimmo verso le 9:00, in compagnia di chi voleva partecipare a questa camminata, iniziata sui confini del greto.
Incontrammo subito molte piante, ma anche un animale: la lepre; vedendo che ci stavamo avvicinando, scappò via come un fulmine.
Piano, piano ci trovammo nel magredo primitivo, dove vedemm una quantità infinita di timo selvatico e, per caso, il camedrio alpino; c'erano molte farfalle.
Ad un certo punto arrivammo nel magredo evoluto, trovammo una piccola pozza piena di girini: ci intristimmo un po', perchè sapevamo che il giorno seguente sarebbero morti perchè c'era poca, poca acqua.
Una sorpesa per noi furono delle impronte di cinghiale attorno alla pozza.
Finita la camminata, chi voleva poteva andare a mangiare presso il laghetto dei pescatori. Dopo, noi di quarta preparammo l'osservatorio per la visita guidata sui magredi: eravamo tutti ansiosi, allegri, preoccupati ed emozionati.
Finì in modo fantastico!!!
FU VERAMENTE UNA GIORNATA STRAORDINARIA!!!
Haiku
Magredo d’inverno
Il magredo è
molto secco e triste
e tutto solo.
Magredo d’autunno
Secco, deserto
Il magredo è vuoto
Solo sterpaglie.
Magredo di primavera
Esce la lepre
Colori in abbondanza
Sbocciano fiori.
Magredo d’estate
Vivace, caldo
il cielo lucente
picchia il sole.
Maela
Il camedrio alpino
Bianco, giallo
il pennello marrone
ed un po’ triste.
Maela
La bianca star
C’è tanta crambe
Cespugli bianchi
E profumo di miele.
Nicola
Tristezza
Sassi, magredo
fiori, nero, grigio
e io lì in mezzo.
Letizia
Semplicità
Il greto
è una distesa bianca
semplice
Francesca
Distesa
Sassi, licheni
sassi ed erba secca
duro magredo.
Thomas
Io
Come l’orchidea
ho paura di espormi
quando tocca a me
Martina
Momenti eccezionali
Mille fiori mi circondano
E mille odori mi avvolgono.
Sono emozioni speciali
Momenti eccezionali.
Tommaso
E l’acqua va
Torrenti scorrono qua e là
sopra ghiaie e sassi sonaglieri.
Vanno e vengono cavalloni
travolgendo rami e pensieri.
Emily
La blancja
I sassi della blancja
Bianchi come un mantello di neve
Che si distende al suolo.
Una sensazione fredda e agghiacciante
Come delle catene che mi imprigionano,
non riuscivo ad andarmene…
Tommaso
Solitudine
Era lì,
tutto solo,
immerso
nell’altissima erba del patus
senza nessuno accanto
non faceva
che dondolare
il vento lo spingeva
era un eringio
che divertirsi non poteva.
Tommaso
Sguardi
Sola, triste ed arrogante
Marrone, oro ed elegante.
La guardo, mi guarda,
la sento, mi sente.
Laggiù, la volpe!
Letizia
Il magredo: un gioiello preziosissimo
Magredo:
gioiello preziosissimo
da conservare,
da accudire.
Patus
un divano di lusso.
Blancja:
una distesa di sassi
da farsi abbagliare.
Francesca
Meraviglie
Il magredo
con il suo profumo
di crambe.
L’eringio
che mi punge.
L’orchidea
con il suo tocco di eleganza.
Mi avvolgono
il colore
e l’odore
del magredo.
Francesca
Il magredo
Il greto
un brutto pensiero
di malinconia.
Il magredo primitivo
uno strano pensiero
di emozioni miste.
Il magredo evoluto
un emozionante pensiero
di tuffi e capriole.
Alessandro
Non mi arrendo
Il sole è caldo
non ci si sta sotto.
Continuo a camminare
sotto il sole
cocente dei magredi.
Kevin
L’odore della dafne
La dafne si nasconde
fra il patùs, impaurita.
Ma con il suo profumo dolce
ci porta nel suo mondo.
Alissa
Magredo
Una dafne in mezzo al patùs.
L’odore della dafne mi incanta.
Il veleno ti fa mal di pancia.
Il colore è ipnotico.
Giulio
La crambe
Una crambe in mezzo al patus.
L’odore mieloso dei suoi fiori.
Un odore invasivo.
Ahaa… buonissimo!
Giulio
Un fruscìo
Sento un fruscio sotto ai piedi,
mi abbasso e guardo fra i rovi,
un ramarro pauroso mi guarda,
tremante, scappa veloce.
Gaia
Poveri girini
I girini, da soli
in una pozzanghera,
si stringono
per avere più acqua
possibile.
Noi
guardiamo per terra
e vediamo solo
una macchia nera,
ma in realtà
sono solo e soltanto
animaletti
spaventati.
Gaia
Magredo rap
Il magredo è un posto di piante e animali.
La dafne un fiore da annusare e non toccare.
Il patùs fa il solletico alle gambe e alle spalle.
Ali colorate, illusioni, farfalle.
Il magredo è bello divertente colorato
ma sotto il sol cocente mi sono ustionato.
Quanti girini in una pozza puzzolente
son belli, piccolini e nessuno li sente.
Che belli quei gioielli, le fatte della lepre
collane ed anelli che nessuno indosserebbe.
Le api sono attratte, la crambe sa di miele
il profumo inesistente delle orchidee.
Quante cose interessanti
in questo grande ambiente
fan venire molte idee
a tutta quella gente.
Georgia